Hai chiesto un mutuo alla banca per acquistare casa ma te lo hanno negato. Il motivo del rifiuto deve essere svelato?
La banca ha il dovere di darci una motivazione scritta se ha rifiutato la nostra richiesta di un mutuo? Se siamo a conoscenza di queste informazioni, possiamo almeno cercare un’alternativa senza arrendersi al proprio no.

La banca può rifiutare un mutuo a causa di un reddito insufficiente o instabile, un elevato indebitamento, problemi di affidabilità creditizia come segnalazioni CRIF negative, irregolarità dell’immobile (urbanistiche o catastali) e un rapporto rata-reddito non sostenibile. Per capire la causa specifica, la banca è tenuta a fornire spiegazioni dettagliate, in modo da poter valutare le soluzioni, come regolarizzare l’immobile o trovare garanzie aggiuntive.
Se il reddito è basso o precario, per esempio un contratto a tempo determinato. Anche troppi prestiti o finanziamenti in corso possono indicare una capacità di rimborso compromessa, portando al rifiuto. E soprattutto essere segnalati come “cattivo pagatore” per ritardi o insolvenze nel rimborso di prestiti precedenti riduce l’affidabilità del richiedente.
La banca può essere insospettita anche da movimenti sospetti, fondi non tracciabili o assegni scoperti sul conto. Dopo un rifiuto del mutuo, dobbiamo comunque chiedere alla banca una motivazione scritta e dettagliata del no. Questo ci farà capire esattamente il motivo del rifiuto, chiarendo se dipende da reddito, documentazione, affidabilità creditizia o altro. Con queste informazioni si può intervenire in modo mirato per superare le criticità, come correggere errori nella documentazione, migliorare il profilo finanziario o aumentare l’anticipo.
La banca si rifiuta di concedere un mutuo: cosa fare subito
Intanto bisogna richiedere una liberatoria dalla banca che ha rifiutato per poter fare una nuova domanda senza che il rifiuto risulti pendente. Fondamentale.

Sarà importante considerare i tempi di attesa, intorno ai 90 giorni, prima di presentare una nuova richiesta per evitare che il rifiuto precedente influisca negativamente.
Quando siamo a conoscenza delle criticità, possiamo coinvolgere per esempio un secondo intestatario con reddito stabile o contratto a tempo indeterminato per rafforzare la richiesta. Possiamo fare anche noi qualcosa, ovvero, per iniziare, migliorare l’affidabilità creditizia saldando debiti, evitando scoperti e riducendo eventuali prestiti già in corso. Possiamo anche aumentare l’anticipo per ridurre l’importo richiesto e migliorare il rapporto tra mutuo e valore dell’immobile. E non dobbiamo fermarci al primo rifiuto ma valutare altre banche con criteri magari meno rigidi o soluzioni con garanzie pubbliche come il Fondo di Garanzia per la Prima Casa.